RACCONTO LA STORIA

EDITORIALE L'AMICO 5/2014

NATALE: CONDIVIDERE LA VITA

Le luci e gli addobbi hanno preceduto il tempo liturgico. Prima ancora della festa di Cristo Re le città erano addobbate ... non per attendere il Signore che viene, ma per vendere. E' così! Siamo una civiltà post-industriale, ma non post-mercantile. Le luminarie, tuttavia, stridono come menzogne multicolori di fronte alla realtà della crisi economica perdurante. Il commercio fa parte della vita della società, ma il pane viene prima.

A Betlemme - Bet lehem, la "casa del pane", nasce il Figlio di Dio, "il pane vivo disceso dal cielo", come si definirà nel suo ministero di predicazione. Il coro dei nostri collaboratori ha interpretato col simbolo primario del pane il tema di questo numero natalizio. Il direttore e i preziosi columnist, volontari del giornalismo comunitario, non si accordano su come interpretare il tema: c'è libertà assoluta. Eppure il pane è ritornato come condensazione simbolica primaria della condivisione della vita. "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", diciamo nella preghiera del Pater noster. I messaggi commerciali natalizi ci propongono alimenti meno importanti, oggetti effimeri o del tutto inutili. Il Natale dev'essere Natale di pane e vino, anzitutto, per essere Natale di condivisione, di vita.

"Il Natale è la festa del pane, perché Dio si fa pane e cibo per l'umanità", dice fra Luigi Lavecchia. Gli fa eco Pina Spicciato che accosta il Natale e il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: "Il miracolo, che tutti possiamo compiere, non è quello della moltiplicazione, ma quello della condivisione fraterna di pochi pani che, affidati alla potenza di Dio, non solo bastano per tutti, ma addirittura avanzano, fino a riempire dodici ceste".

Il pane serve per vivere, per questo nelle sue varie forme e fogge è alimento primario in quasi tutte le culture. Ci nutriamo per vivere. Riflettiamo, pensiamo per dare un senso alla nostra vita, perché la biologia diventi passione e poesia, filosofia e arte, politica. A volte, tuttavia, ci si ferma a un'autocoscienza da "tubi digerenti", soffocando la domanda di senso che è nel nostro cuore. Corriamo, lavoriamo, preda di velocità nevrotiche ... Scrive Anna Pia Viola:"Poi ci fermiamo, o ci fermano altri, a riflettere che non abbiamo un’altra vita. Possiamo solo trasformarla, illuminarla,  guardarla con occhio benevolo confidando di ricevere calore e soddisfazione".

Ben oltre le parole di questo numero dorato di speranza, oltre le parole più belle dei poeti, Natale è tempo di condivisione della vita profonda, che è attesa e tesoro nascosto nel cuore di ogni essere umano. Accanto al fuoco del camino uomini, donne e bambini, giovani e vecchi sono chiamati a stringersi le mani, ad abbracciarsi, a spezzare il pane e versare il vino, ad augurarsi e donarsi vita. Così, come dice il caro don Francesco Armenti, il Natale diventa occasione "per fecondare il tempo. Natale è il tempo propizio di Dio che trasforma il tempo dell’uomo in tempo di grazia, di rinascita, di speranza con il dono del Figlio che è dono d’amore."

Buon Natale a tutti. Felice 2015.

 

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)