RACCONTO LA STORIA

EDITORIALE L'AMICO 1/2019

 

NON SPAVENTATE I BAMBINI

            “È normale che gli sposi litighino, sarebbe strano il contrario. Fatelo pure, ma fatelo in modo che loro non vedano e non sentano”. Così ha detto papa Francesco alle coppie di genitori, battezzando 27 bambini in Cappella Sistina nella domenica del Battesimo di Gesù, 13 gennaio. Ed ha aggiunto: “Non sapete l’angoscia che riceve un bambino quando vede litigare i genitori”. Quest’ultima parola mi ha ispirato la scelta del titolo. Devo però confessare che ho pensato subito ad altra angoscia, quella che trasuda talvolta dalle carte giudiziarie sul mio tavolo. Tra i non molti casi di abuso su minore che mi giungono tra le mani, per competenza d’ufficio nella Procura generale del nostro Ordine, la gran parte riguardano adolescenti. Si pensi che la legge penale italiana punisce l’adulto che seduca una persona minore dei 14 anni. L’adulto che ha un incontro intimo con una persona minore tra i 14 e i 16 anni è perseguito solo se ha su di essa autorità morale, se è ascendente, genitore, tutore, convivente del genitore o comunque convivente. Oltre i sedici anni, in presenza di consenso del minore, non c’è reato, salvo il caso che si tratti di adulto appartenente alle categorie appena citate che commetta “abuso dei poteri connessi alla sua posizione” per compiere atti indebiti col minore tra i sedici e i diciotto anni (Codice penale italiano, Artt. 609 bis – 609 duodecies).

La legge della Chiesa cattolica è più rigida: fino ai 18 anni la persona è minore e il comportamento contro il sesto comandamento con essa è delittuoso. In particolare, ove fosse commesso da un chierico, costituisce un grave delitto, riservato al Tribunale speciale della Congregazione per la Dottrina della Fede, erede istituzionale del vecchio “Sant’Uffizio” e, ancor prima, della “Santa Inquisizione”.

            La persona minore, afferma la nostra Chiesa, viene ferita profondamente, sconvolta dal comportamento scandaloso dell’adulto. Se si tratta di piccini, non di adolescenti, ma di bambini veri e propri, il pericolo che s’incida nella psiche una ferita che non sarà sanabile per tutta la vita diventa una tragica certezza.

            “È inevitabile che avvengano gli scandali – dice Gesù – ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo”. Parlando di chi scandalizza i bambini, Gesù usa l’immagine più violenta di tutti i vangeli: “Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt, 18,6).

            La Chiesa non mette macine al collo dei colpevoli, ma si muove come madre accorta e severa a difesa dei piccoli. Il principio umano e quello divino coesistono nella Chiesa. Per questo la Costituzione Lumen Gentium la paragona per analogia al Verbo Incarnato, l’uomo – Dio Gesù, il Signore. Se, pertanto, alcuni dei suoi figli chiamati al grande onore dell’Ordine sacro cadono nel delitto odioso di scandalizzare i piccoli, la Chiesa interviene con ferma giustizia. E se qualche pastore dovesse far finta di non vedere il delitto di un suo chierico, dopo il motu proprio di papa Francesco Come una madre amorevole, la Chiesa interviene anche a correggere i responsabili di gravi omissioni di governo.

            Il male esiste nel mondo. Vi sono attentati ai bambini in altre realtà religiose, in associazioni sportive, in ambienti teatrali e del cinema, nelle famiglie, dove il padre o il parente prossimo diventa talvolta un aguzzino. Ma se ne parla poco. A qualcuno potente fa comodo parlare solo della Chiesa cattolica, non di altro. La Chiesa agisce, corregge, punisce, sostiene, aiuta, ripara e pulisce continuamente l’interno delle sue mura da chi i bambini ha spaventato e scandalizzato. Non così accade in “altre chiese” e altri ambienti. Così a volto alto, come il nostro Papa, possiamo sollevare i bambini alla nostra guancia e scambiare con essi il sorriso che san Giuseppe donava al Bambino Gesù e questi al padre terreno.

            Mi perdoneranno i lettori di averli intrattenuti su un tema più che delicato. Ma dopo cinque anni in cui con responsabilità e onore lavoro come Procuratore Generale per difendere i bambini, ci tenevo da queste umili pagine a smentire i padroni dei grandi Media e la loro maliziosa insistenza sulla sola Chiesa cattolica.

            E così possiamo tornare all’assunto cosmico di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Possiamo bere il latte nutriente della Bibbia, che nell’articolo di fondo di Rosalba Manes, s’impasta col miele della poesia; possiamo respirare la bellezza nei pezzi di tutti i fedeli collaboratori, felici come questo direttore di poter dire come il Signore Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me”.

 

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)