PADRE PIO NEL MONDO

I GRUPPI DI PADRE PIO NEL MONDO

PIAGHE, DOLORE, GUARIGIONE E SALVEZZA IN PADRE PIO DA PIETRELCINA

 

di fr. Antonio Belpiede, OFM Cap

 

RADUNO GRUPPI DI PREGHIERA DI PADRE PIO - CAMPANIA

Pompei, 13 ottobre 2013

 

1. IL SERVO SOFFERENTE DI DIO

 

 

Isaia 53

 

1 Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?

A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

2 È cresciuto come un virgulto davanti a lui

e come una radice in terra arida.

Non ha apparenza né bellezza

per attirare i nostri sguardi,

non splendore per provare in lui diletto.

3 Disprezzato e reietto dagli uomini,

uomo dei dolori che ben conosce il patire,

come uno davanti al quale ci si copre la faccia,

era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

4 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,

si è addossato i nostri dolori

e noi lo giudicavamo castigato,

percosso da Dio e umiliato.

5 Egli è stato trafitto per i nostri delitti,

schiacciato per le nostre iniquità.

Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;

per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

 

 

Israele attendeva il Messia, cioè un consacrato da Dio che venisse a sollevare il popolo e riportarlo nella pienezza dell'Alleanza. Israele aveva conosciuto Jahvé nella sua esperienza storica: nella rivelazione ad Abramo e ai Patriarchi, nell'Esodo dall'Egitto e nella conquista della terra. Il Messia era atteso secondo diverse aspettative, differenti e complementari: un grande profeta come Mosé, un re potente come Davide, un celeste, misterioso personaggio come il "figlio dell'uomo" delle visioni del profeta Daniele ... un servo umile e sofferente di Dio che offre la sua vita in riscatto per il popolo. E' questo il personaggio contemplato dal profeta Isaia a cantato in quattro piccoli poemetti o carmi, contenuti nella seconda parte del libro profetico.

Si tratta della figura di un uomo giusto, servo obbediente dell'Altissimo, abituato ad ascoltare la sua Parola, che viene ingiustamente giudicato, percosso e ingiuriato, sacrificato. Egli accetta umilmente un castigo che non  merita, ma che dà salvezza all'intero popolo.

Nella passione di Gesù, il sommo sacerdote Caifa profetizza e, in qualche modo, attualizza la profezia di Isaia: "E' meglio che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!" (Gv 11,50). E' la "sofferenza vicaria", cioè offerta dal profeta innocente al posto dell'intero popolo. Il rito antico di Israele nel deserto che scacciava a pietrate il capro espiatorio, su cui il sacerdote aveva caricato i peccati dell'intero popolo, diventa nella pienezza del tempo il sacrificio volontario e libero del vero Agnello di Dio, significato da quello dell'Esodo: Gesù.

La Chiesa ha sempre visto nella figura del Servo di Jahvé quella del Cristo. Il brano di Isaia risuona in tutte le chiese nell'austera liturgia del venerdì santo, quando gli altari vengono spogliati e precede la lettura del Passio. "Da quelle piaghe siamo stati guariti!". Quali? Quelle di Cristo Gesù nel suo corpo storico.

 

 

2. IL SERVO E I SERVI

 

 

 

L'apostolo Paolo ha ricevuto nel traumatico e potente incontro col Signore sulla via di Damasco la ouverture della sua teologia del Corpo Mistico. Il Signore gli si rivela con queste parole: "Io sono Gesù che tu perseguiti!". Vale a dire: "Ogni volta che tu perseguiti un mio fedele, un cristiano, tu perseguiti me".

Tutti i fedeli del Signore che accettano con amore il dolore della persecuzione rendono presente il Cristo obbediente. La Chiesa è "sacramento in Cristo" (LG, 1). L'offerta della vita e del dolore dei cristiani prolungano nel tempo l'offerta che Cristo ha fatto di se stesso.

Nella lettera ai Colossesi S. Paolo lo esprime compiutamente:

 

"Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che dei patimenti di Cristo manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (1,24).

 

Il Signore, nella storia della Chiesa, ha voluto insignire alcuni suoi servi di doni particolari e visibili, perché fosse evidente nel loro corpo l'unione profonda del loro cuore, come quello dell'apostolo, al sacrificio di Cristo.

Francesco d'Assisi fu il primo a ricevere il dono delle stimmate tra i bagliori dell'epifania del Cristo sulla Verna. Dopo una vita di orazione e sacrificio Francesco chiedeva a Dio di fargli sperimentare la profondità dell'amore e del dolore di Gesù. Il Signore lo accontentò.

 

Tutto l'amore di Francesco e dei suoi figli è legato da un filo rosso alle piaghe del Signore Crocifisso e glorioso. L'Ordine è nato dal costato aperto del Cristo quando il giovane Francesco si infilava nelle fenditure della roccia del Monte Subasio pensando di stare a pregare rannicchiato nel fianco di Gesù.

 

Santa Veronica Giuliani, clarissa cappuccina, colosso poco noto della mistica cristiana, fu adornata per seconda del dono delle stimmate e di altri dolorosi doni mistici. Fa sorridere vedere il suo affresco nella chiesetta antica di San Giovanni, pochi metri a destra del crocifisso che fulminò Padre Pio con le stimmate.

Padre Pio è fiorito nel solco di questo dono fatto a Francesco, come primo e unico sacerdote stimmatizzato nella storia della Chiesa. Nella sua esperienza di vita le piaghe sono legate essenzialmente al suo ministero di presbitero, di sacerdote ordinato. Un ministero che è stato da lui vissuto non solo nel dono della Parola e dei sacramenti al popolo di Dio, ma anche nella carità più ardente verso gli altri piagati della storia: gli infermi, i sofferenti.

 

 

3. LE PIAGHE DEL SACERDOTE

 

 

 

“Oh rex, dona mihi animam meam pro qua rogo e populum meum pro qua obsecro” (Est 7,3) [Oh re, accordami la mia stessa anima, ecco la mia preghiera, e la vita del mio popolo, ecco il mio desiderio].

Ricordo della mia prima messa. 

 

Gesù

mio sospiro e mia vita, 

oggi che trepidante Ti

elevo 

in un mistero d’amore, 

con te io sia pel mondo 

Via, Verità, Vita, 

e per te sacerdote santo

vittima perfetta"

(Ep. I, 196, nota 1)

 

Il programma del sacerdozio di Padre Pio è semplice e chiaro. Santo come Dio, vittima come Gesù, per la salvezza del suo popolo.

 

Nelle visioni del primo Isaia, Dio è tre volte Santo. Egli è l'Altissimo, assolutamente trascendente, lontano dalla bassezza del suo popolo. Lo sa bene il giovane Isaia che si sente perduto per aver visto Dio, pur appartenendo a un popolo dalle labbra impure. Dio manda l'angelo dal suo trono, un carbone preso dal braciere che arde dinanzi a Jahvé tocca le labbra di Isaia e le purifica. Ora è pronto per profetare. Le labbra del peccatore sono trasfigurate dalla potenza di Dio, dal fuoco della sua gloria. Padre Pio, già purificato dal dolore, giunto alla sua ordinazione pensando alla morte, si sente attratto dal Dio Altissimo. Essere sacerdote vuol dire lasciarsi innalzare alla sua santità, alla sua trascendenza, al suo trono di gloria.

 

Ma Dio Altissimo - è ancora la Teologia di Isaia che continua - si è fatto l'Emmanuele, il Dio con noi. "Un bambino è nato per noi dalla Vergine, ci è stato dato un Figlio .... sulle sue spalle è il segno della sovranità". Dio - con - noi ... non è più venuto per guidare Israele in una marcia trionfale contro il Faraone, col mar Rosso aperto, col sangue dei nemici ad irrigare il deserto per conquistare la dolce terra di Israele. Dio è venuto sotto le spoglie del suo servo sofferente, Dio è venuto nel suo Figlio Gesù, Agnello Immacolato, Vittima perfetta.

Il cuore del novello sacerdote Padre Pio tende all'altezza santa del Padre, per questo si china sulla terra, in obbedienza al Padre, con lo stesso cuore di Gesù, si china sui frutti della terra, sul pane e sul vino e lascia che il suo sangue scorra, insieme a quello sacramentale, nel calice sull'altare. Giorno dopo giorno, nella sua vita presbiterale, più vicino al Padre, e dunque più vicino ai peccatori, agli uomini e alle donne, a chi soffre nello spirito e nel corpo, per guarirli col sangue di Gesù, coi sacramenti della salvezza, col suo stesso sangue. 

 

Il desiderio del cuore del novello sacerdote è ispirato da Dio, già coincide totalmente con la volontà del Padre, che sta formando in lui il volto del suo Figlio, sacerdote eterno e vittima perfetta: Gesù.

Un mese dopo la sua ordinazione presbiterale, avvenuta a Benevento il 10 agosto 1910, Padre Pio riceve le prime stimmate.  

Pietrelcina, 8 settembre 1911. Padre Pio scrive al Padre Benedetto:

 

"Mio caro padre ...ieri sera mi è successo una cosa che io non so né spiegare né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po’ di rosso quasi quanto la forma di un centesimo, accompagnato anche da un forte e acuto dolore in mezzo a quel po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore.

Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che non più si ripeteva. Non s’inquieti però se adesso per la prima volta glielo dico; perché mi sono fatto vincere sempre da quella maledetta vergogna. Anche adesso se sapesse quanta violenza ho dovuto farmi per dirglielo! Molte cose avrei da dirle, ma mi viene meno la parola; solo le dico che i battiti del cuore, allorché mi trovo con Gesù sacramentato, sono molto forti. Sembrami alle volte che voglia proprio uscirsene dal petto.

All’altare alle volte mi sento talmente un accendimento per tutta la persona, che non posso descriverglielo. Il viso massimamente mi sembra che voglia andare tutto in fuoco”. (Ep I, 234).

 

Le piaghe di Gesù accompagneranno il suo sacerdote lungo tutto il suo ministero. Le stimmate definitive, quelle del 20 settembre 1918, costituiscono l'epifania ecclesiale e mondiale del sacerdote stimmatizzato. Il valore teologico, tuttavia, dei sigilli di Dio, va considerato sul periodo intero della stimmatizzazione, dalle prime stimmate, ricevute sotto l'olmo di Piana Romana a Pietrelcina all'inizio di settembre 1910, alla scomparsa dell'ultima escara, poche ore prima della morte, il 22 settembre 1968.

Il sacerdote che era stato accompagnato dalle piaghe del Cristo per tutta la durata del suo ministero entra nella vita eterna con un corpo privo di ogni segno, sia pure la minima cicatrice. La relazione del dottor Sala del 7 luglio 1969 è chiarissima.

 

Le piaghe, pertanto, sono connesse strettamente al ministero presbiterale di Padre Pio, segno della benedizione di Dio sul suo desiderio cristiforme: essere sacerdote santo, vittima perfetta. Padre Pio è stato chiamato da Dio non solo ad offrire la vittima perfetta, il suo Figlio Gesù presente nei sacramenti della salvezza, massimamente nell'eucaristia, ma anche a con - offrire la sua carne ferita. L'offerta della propria vita che ogni sacerdote degno di questo nome compie ogni giorno in unione a Gesù sull'altare ha ricevuto in lui il segno visibile del gradimento del Padre, il sacramentum sanguinis delle piaghe di Gesù. Quel sangue si è unito - qualche volta anche fisicamente, perché qualche goccia è dovuta inevitabilmente cadere nel calice! - a quello sacramentale del Cristo per portare guarigione e salvezza all'umanità.

Con una sintesi sublime, il grande Papa Paolo VI lo aveva ben compreso. Diceva nel 1971 ai Frati Minori Cappuccini riuniti in Capitolo Generale:

 

  «Succederà per voi il miracolo che è successo per il padre Pio. Guardate che fama ha avuto, che clientela mondiale ha radunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo, perché era uno sapiente, perché aveva mezzi a sua disposizione? Perché diceva umilmente la Messa, confessava dal mattino alla sera ed era, difficile a dire,  rappresentante di Nostro Signore, “stampato”  dalle sue stimmate. Un  uomo di preghiera e di sofferenza»  (Paolo VI, Cari Cappuccini, discorsi ai Cappuccini, E.F.I, Perugia, 1985, p. 41)

 

 

 

 

4. I GRUPPI, LE PIAGHE, LA MISSIONE

 

 

Il proemio dello Statuto dei Gruppi dice:

 

"I Gruppi si propongono di seguire i principi generali della spiritualità francescana di Padre Pio".

 

Non esiste spiritualità francescana - e nemmeno cristiana in verità - fuori della contemplazione del Signore Crocifisso e glorioso, come Francesco a San Damiano, quando ne ricevette la sua vocazione, che è vocazione di tutti i suoi figli e figlie nel tempo: "Francesco va' e ripara la mia Chiesa, che come vedi va tutta in rovina".

A Morcone, quando entrò ancora timido e sofferente per il distacco dalla mamma nell'epifania del 1903, a Sant'Elia a Pianisi, a Serracapriola fra Pio veniva trovato piangente dinanzi al crocifisso del coro, molte volte. Fin quando il crocifisso, dall'alto del coro di San Giovanni, non fece del suo corpo la sua copia originale.

 

Gesù risorto entra nel Cenacolo, secondo il racconto del Cap. 20 del Vangelo di Giovanni, e mostra ai discepoli le piaghe delle mani e del costato: "... E i discepoli gioirono al vedere il Signore".

 

Nessuna statua di Padre Pio, la più bella che sia, può mai attrarre il cuore, i sensi, l'anima profonda dei suoi figli spirituali come il Crocifisso glorioso che ostende le sue piaghe al mondo. Padre Pio non ha pregato granché davanti a statue di San Francesco, ma si è lasciato incantare dal crocifisso, come il suo fondatore a San Damiano.

 

Partire dalla contemplazione del crocifisso, in particolare di quei crocifissi di scuola giovannea che mostrano il Signore vivente e glorioso, che regna dall'alto della croce, come quelo di San Damiano, significa passare dalla devozione alla spiritualità. Dall'essere devoti di Padre Pio a divenire suoi veri figli, intrisi della sua spiritualità di sangue ed acqua che colano dalla ferita del costato del Cristo vivente ... da quella di Francesco, dal fianco del sacerdote Padre Pio.

 

Entrare con Padre Pio e San Francesco nella piaga del costato di Gesù e posarvi il capo significa che i Gruppi divengono capaci di guarire le piaghe del mondo. Queste piaghe sono di due tipi:

 

Piaghe del cuore. Il cuore dell'Occidente, già "cristiano", è afflitto da accidia secolarista, da tristezza, idolatria e morte. La devozione che innalza statue, pur apprezzabile, non giunge al cuore dei figli lontani, la voce del sangue del Cristo, la voce delle piaghe del suo sacerdote Padre Pio, misteriosamente, sì.

 

Piaghe del corpo. Diceva il grande Carl Gustav Jung, che ha stabilito una psicanalisi aperta al dialogo col Dio di Gesù Cristo: "Solo il medico ferito può guarire". Gesù è il servo dei dolori che guarisce il mondo con le sue piaghe. Padre Pio non ha ignorato chi soffre nel corpo, anzi ha colto l'unità della guarigione nella persona umana, corpo e anima. Nella stagione in cui la Casa Sollievo della Sofferenza progetta un ampliamento pari a una ... "seconda fondazione" i Gruppi sono chiamati a vivere pienamente la loro missione di supporto alla carità concreta stabilita sulla cruda roccia dal cuore pulsante di Padre Pio.

 

La Nuova Evangelizzazione passa attraverso relazioni vere e aperte con tutti, iniziando dai lontani e dai sofferenti. Ce ne dà un esempio magnifico il nostro Papa. Figlio di Sant'Ignazio, ha voluto chiamarsi Francesco per riparare la Chiesa.

 

 

5. ELEGIA

 

 

E tu, Madre Maria, tu a cui fu aperta una piaga acerbissima nel cuore sotto la croce

Tu, che senza sanguinare generasti nel sangue col tuo Figlio, nuovo Adamo, la nuova umanità

Tu, Vergine del Rosario, che sulle parole dell'annuncio dell'Angelo accompagnasti il popolo cristiano alla grande vittoria di Lepanto, contro i nemici della croce

Tu che sei la gioia delle famiglie cristiane e la speranza inconsapevole dei più lontani

Tu, Madre di Grazia, che previeni ogni desiderio di ritorno del figlio prodigo

Tu, mai sazia di lasciarti riempire dall'effusione dello Spirito di Fuoco e di Vento, dalla tua casetta di Nazaret al Cenacolo a Pentecoste

Tu, inflessibile nel far risuonare eternamente il tuo "Fiat mihi secundum verbum tuum" nei cieli dei cieli, da Nazaret alle stelle

E il tuo Magnificat da Ain - Karim alle soglie del Paradiso e delle baracche dei poveri del mondo ...

Tu, Madre Maria, che trasformi il dolore in danza di esultanza e l'abito di sacco in veste nuziale

Tienici stretti mentre contempliamo il tuo Figlio che regna glorioso sul mondo dall'alto della croce

Eleva al cielo i nostri palpiti di conversione

Guidaci sulla via del servizio e della carità

Non ci abbandonare nel momento della prova

E dai nuovo slancio ai nostri passi

Perché l'Evangelo del dolore che guarisce e dell'amore che risuscita sia visibile sui nostri volti e nelle nostre azioni

Come lo fu nel tuo figlio diletto, il sacerdote Padre Pio.

Amen.

 

 

© Antonio Belpiede 2013 all rights reserved

            Concessa liberamente alla rivista Casa Sollievo della Sofferenza e all'Opera di Padre Pio



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