RACCONTO LA STORIA

FRATE VENTO L'AMICO 2/2016

MORIRE SULLE STRISCE

L'ISTAT scrive che 578 pedoni e 273 ciclisti sono stati uccisi sulle strade d'Italia nel 2014, pressoché tutti in città. A volte ci può essere la distrazione di una persona giovane perduta nell'ascolto d'un mondo virtuale, che passa nella sua cuffia, e si trova addosso l'acciaio d'un treno sopraggiunto dal mondo reale, come questa diciottenne milanese, Lisa, più bella di un cigno, travolta dal Freccia Rossa in questo aprile. Ma il più delle volte i mostri sono gli automobilisti, cioè ... gente come noi, quelli "normali", non un bandito in fuga da una banca col bottino buttato sul sedile, ma padri e madri che vanno o tornano dal lavoro, giovani che escono, uomini e donne in movimento.

Vivo a Roma da ventotto mesi. Non intendo risparmiarle le frecciate che ha preso Foggia tante volte. Via Veneto, vicino alla nostra Curia generale, era il salotto della dolce vita, oggi una strada mesta, desolata e truccata come una prostituta vecchia con la retorica del passato, coi Gregory Peck e Audrey Hepburn che ci guardano dalla Vespa di Vacanze romane (1953) sulla copertina di un DVD, coi caffè di cui Scalfari scriveva Alla sera andavamo in Via Veneto, ora deserti, solo trappole per turisti americani, che i romani schivano. Le strisce pedonali di Via Veneto sono fra quelle più calpestate da noi frati nel movimento da e verso la Curia e l'altro convento, famoso, quello che sulla stessa via fa angolo con Piazza Barberini e guarda Via dei Cappuccini, che mena dritto a via Sistina e all'omonimo teatro. Quelle strisce sono sbiadite, poco visibili, i romani sanno che sono là, ma se ne fregano. Giorno o notte che sia, se attraversi devi essere estremamente attento. Non vi aspettate che un autista romano, di qualunque sesso conosciuto, vi ceda il passo sulle strisce, come dovrebbe fare. Uno su dieci si ferma. Gli altri nove vi sfiorano gli alluci senza pudore. E se per caso uno li ha pestati, corre via tranquillo. Attraverso guardando nei due sensi, a volte alzo la mano, ma devi stare pronto coi riflessi: non è detto che si fermi. Altre volte, vedendo l'auto inchiodare all'ultimo secondo ho fatto gesti duri, alzato il braccio, guardato negli occhi, detto parole tipo: "Incivile! Ma non si vergogna? Ma mi ha visto?". In quei casi devi ricordare san Tommaso d'Acquino e la legittima difesa ed esser pronto a eventuale alterco fisico. Il boulevard du Montparnasse a Parigi, dove le berline si fermano a cento metri da te che sei sul marciapiede per lasciarti passare, è un ricordo saturo di nostalgia. Le prime volte ero impressionato. Poi l'abitudine mi ha conquistato. Il risultato è camminare nella ville lumière con una sicurezza che a Roma è ignota.

Sono indignato con gli autisti romani. Sono indignato anche coi pedoni che attraversano col rosso - benché la responsabilità di chi guida sia molto più elevata -. Ma la categoria che più mi offende sono i Vigili Urbani della Capitale, i pizzardoni. Siamo in via Veneto da 20 mesi, giunti dopo i lavori di restauro della Curia. Non ne ho mai visto uno. Sono tantissimi, costituiscono una lobby potente in questa capitale discinta ... ma non si vedono nella via della retorica della bella Roma andata. Quando li vedi in altre parti dell'Urbe hanno spesso sul viso una somatizzazione di "noia romana". Ci si attenderebbe un fischio ogni tanto dietro un profugo della pista di Monza che corre su via Veneto, un verbalino, su chi ha rischiato d'investire una persona sulle strisce. Difficile ....

Non posso lodare altre città d'Italia, benché ci siano differenze. In certe regioni, in certe città più piccole, la gente è più calma. Sente forse meno la nevrosi della fretta. Ma è raro.

E la gente muore! 45 pedoni a Roma nel 2014 e 1817 investimenti (Fonte: Corriere della Sera del 7 gennaio 2016). Tanti altri in Italia. Le considerazioni sarebbero ancora molteplici. Non c'è spazio. Siamo mediamente cittadini e autisti peggiori di quelli di altre nazioni, iniziando dai francesi che conosco bene. Camminiamo, ma soprattutto guidiamo senza regole: il telefonino stacca la mano dal volante, i messaggi anche gli occhi dalla strada. Ma il peggio è che il sistema legge non funziona. Se le strisce sono sbiadite, se i pizzardoni non si vedono, se il pirata non viene preso o perseguito è l'intera certezza del Diritto che viene meno. A Roma spesso non cammini in una città con una storia gloriosa, ma in una giungla dove rischi la vita. Così in tante altre città. Ma nessuno fa nulla. La retorica parla della Dolce vita. Fellini è morto, ma anche centinaia di pedoni anziani, di gente con le borse della spesa, di ciclisti che andavano dalla fidanzata, di bambini ...

 

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)

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