RACCONTO LA STORIA

EDITORIALE 2-3/2020

L’ITALIA CERCA LA MADRE

 

“O Maria, tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a te, salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede”. (Papa Francesco)

 

È esperienza basica in ogni cultura umana: la parola che più facilmente emerge dalla bocca di una persona sofferente, afflitta, in fin di vita, è “mamma”. Agli inizi della sofferenza globale dovuta al COVID 19, il Papa si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore nell’Urbe. È andato ad affidare alla Madre tutti i figli del mondo, di ogni razza, lingua, colore, stato sociale, età. Proprio come la tradizione ha pulsato il suo cuore di pastore: dall’Urbe all’Orbe, da Roma al mondo.

L’accorata preghiera del Papa è cresciuta nei giorni. Nella Lettera a tutti i fedeli per il mese di Maggio del 25 aprile 2020 ha inteso: «proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio». Non solo il popolo, costretto a casa dalle misure governative, ha pregato il Rosario, scoperto o riscoperto immagini, ricordi, icone dell’infanzia, profili di nonne e di fuoco di brace, di calore semplice spesso perduto, ma i Vescovi italiani hanno voluto ancora consacrare l’Italia a Maria, la Madre, il 1° maggio, festa del suo sposo: san Giuseppe lavoratore.

Sotto la croce c’era un solo uomo della famiglia di Gesù, l’apostolo Giovanni. Il resto erano aguzzini, curiosi, nemici, spie. Accanto a Giovanni, forse abbracciata e sostenuta da lui, la Madre, Maria, e le altre due donne, Maria di Magdala e Maria di Cleopa. Chissà perché mi prospetto Giovanni in silenzio, con lacrime calde che gli scendono sulle guance. I lamenti dovettero venire dalle donne, dalla Madre e le altre: gemiti, grida, invocazioni, espressioni mediterranee del dolore che conosciamo. Nella luce della Risurrezione, nel fremito perenne della Pentecoste, ho chiesto a una donna, la sorella Rosalba Manes dell’Ordo Virginum, di parlarci di Maria. Nel ricco numero che presentiamo ci sono ovviamente le voci maschili, Carozza, Lavecchia, Spagnolo, come le altre ragazze: Pina Spicciato e Anna Pia Viola e gli altri collaboratori. La sinfonia ne risulta ricca.

Affidare l’Italia a Maria. Il primo senso di questo atto devoto è certo quello di chiedere alla Madre di avere cura dei suoi figli, di affidarci a lei, tutti, chiedendo la liberazione dal pericolo immediato, il COVID. Il Virus, tuttavia, ha avuto credo anche aspetti positivi. Ci ha fatto sovente riscoprire la famiglia, la verità di relazioni umane troppo spesso ridotte all’elettronica. In questo caso, anzi, i social e i cellulari sono stati utilissimi, ma è stato come se sulle onde 4 G facessero surf emozioni e disponibilità per cui spesso non abbiamo tempo o di cui addirittura abbiamo perduto l’abitudine.

Uscendo fuori dal piano più intimo e familiare sull’agorà delle nazioni, mi pare che l’emergenza Virus abbia manifestato realtà e creato interrogativi importanti. Tra le realtà evidenti gli egoismi nazionali presenti in Europa. L’Europa dei pionieri e dei poeti, dei padri fondatori del dopoguerra non si vede più. Giochini, miserie, egoismi, tornaconti. Siamo stati offesi da qualche sciocco personaggio della TV britannica come “gli inventori della favola del COVID … per poter far la siesta, non lavorando”. La Gran Bretagna ha avuto più casi dell’Italia e cinquemila morti in più. Il primo interrogativo è radicale: Quanto sono capaci? Quanto sono capaci i governanti tutti? L’incapacità, la sorpresa di fronte al Virus si sono manifestate fin dall’inizio. Si è brancolato tra le terapie, a tentoni. Il povero Johnson, premier inglese, vagheggiava l’immunità di gregge, e si è ammalato tra i primi. In Lombardia, regione eccellente, si sono commessi errori madornali: il trasferimento dei primi malati nelle RSA, ad infettare gli anziani, con un sistema immunitario indebolito dagli anni. La Lombardia si mostra metafora d’una realtà generale, che prende anche gli Stati Uniti e gli altri paesi più forti: non siamo onnipotenti, il COVID lo ha svelato! Ci siamo creduti troppo intelligenti, preparati, capaci. Il Virus ci ha riportati a una dimensione più vera. La nostra realtà è più umile di quanto pensassimo.

Il secondo interrogativo è più drammatico del primo: cosa ci stanno dicendo? Non siamo mai stati serviti da un maggior numero di “servi ideali” per la comunicazione: cellulari, tablet, computers, TV. Eppure mai siamo stati così circondati da Fake news, omissioni, manipolazioni, nascondimenti. È difficile riconoscere la verità. Restano le domande: per quanto tempo i cinesi hanno taciuto del Virus? E i loro dati sono veritieri? Si passa al giallo: come mai il Dottor Bing Liu, scienziato cinese al lavoro a Pittsburgh – U.S.A., tra i massimi esperti di Corona Virus, è stato ucciso il 7 maggio? Davvero è una storia privata tra lui e il suo fidanzato? Davvero è un omicidio – suicidio dovuto a questioni di passione? A me è venuto in mente l’omicidio di Lee Oswald, che non poté essere interrogato e rivelare il mandante dell’omicidio Kennedy.

Chissà se la mente del pio Giovanni sotto la croce fosse percorsa da analoghi interrogativi. Chissà se si chiedeva come avevano potuto gli anziani, gli scribi e i farisei forzare Pilato perché crocifiggesse Gesù. Il male è presente. Il male è nascosto. Il male va rivelato alla luce della verità.

Per questo, di fronte allo smarrimento e al dubbio intelligente, mi sono ritrovato a testa china, fiducioso, coi Vescovi d’Italia e tutto il nostro popolo a pregare Maria. E non le ho affidato solo l’Italia, ma la “mia” Europa “sì bella e perduta” sotto l’oligarchia dei banchieri. Le ho affidato il mondo intero. Perché tutti siamo suoi figli. Abbiamo bisogno di lei perché continui la festa della vita, abbiamo bisogno di “fare quello che ci dirà” Gesù, come ci esortò lei a Cana di Galilea. “Maria meditava nel suo cuore tutte queste cose”, dice il Vangelo di Luca (2, 51). Anche noi, come figli intelligenti, siamo chiamati a meditare, riflettere, interrogarci. Con lei comprenderemo il da farsi. Per noi, per i nostri bambini, per il futuro dell’umanità.

© Antonio Belpiede - all rights reserved


(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)

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